Home Page EnnaOnLine
|
| HOME PAGE ENNAONLINE
| contattaci | mappa del
sito |
Vai a "L'Ora Siciliana", giornale di cultura, politica, storia (e controstoria) di Sicilia
|
|
Garibaldi, tagliatore di teste come l'Isis
|
Come i terroristi islamici, anche i garibaldini tagliavano le teste Le mettevano in gabbie di vetro per impaurire le popolazioni meridionali
di Corrado Mirto
23 agosto 2014 - Il 1860 fu l’anno della grande catastrofe per la Sicilia e per l’Italia meridionale. Fu l’anno in cui in queste pacifiche regioni, eredi della grande civiltà della Magna Grecia, irruppero i “tagliatori di teste” provenienti dal Piemonte.
Bisogna chiarire che l’espressione “tagliatori di teste” non è una battuta spiritosa di cattivo gusto, ma è la presentazione di una tragica realtà documentata da fotografie che mostrano le sanguinolente teste di partigiani del Sud tagliate e messe in gabbie di vetro a monito per le atterrite popolazioni meridionali.
Con l’occupazione piemontese del Sud si ebbe la fine della identità nazionale di intere popolazioni, il moltiplicarsi delle tasse, la leva militare obbligatoria (con la quale si deportavano in lontane regioni per anni e anni masse di giovani ridotti in schiavitù per servire i nuovi padroni) e il crollo dell’economia. E questo non fu tutto. La classe dirigente del Piemonte e del movimento “risorgimentale” era formata per la maggior parte da atei che odiavano il Cristianesimo e la Chiesa Cattolica.
In questa situazione non tardò molto la persecuzione organica contro la Chiesa Cattolica, in Sicilia come nelle altre regioni, ed ebbe inizio la rapina, per legge, dei beni ecclesiastici. In Sicilia monaci e monache furono cacciati dai soldati piemontesi dai loro conventi, dei quali si impadronì lo Stato italiano. Anche i beni di ordini monastici, di vescovati, di enti religiosi furono tolti ai loro legittimi proprietari e finirono nelle mani dello Stato cosiddetto “liberale e democratico”.
Fu un crimine contro la Chiesa, ma anche un crimine contro i Siciliani. Fu l’interruzione di moltissimi servizi sociali, che quelle strutture ecclesiastiche assicuravano su tutto il territorio. Dagli ospedali agli orfanotrofi. Dalle scuole professionali e artigianali alle case di riposo per vecchi e disabili. Dagli asili e dalle scuole elementari agli istituti di cultura superiore. Tutti gli assistiti, in qualunque condizioni si trovassero, furono buttati impietosamente in mezzo alla strada.
Decine di migliaia di famiglie che vivevano lavorando per gli ordini religiosi (anche nelle campagne, dal momento che i conventi e le chiese concedevano in affitto terreni a un prezzo equo e senza scadenza) e migliaia di lavoratori qualificati che vivevano discretamente caddero così nella più nera miseria. La gente, insomma, moriva di fame. Nel tentativo di porre rimedio, sia pur parziale, a questa tragedia, si inquadra l’attività del “Boccone del povero” del beato Giacomo Cusmano che a Palermo portava un tozzo di pane a chi moriva di fame per le strade.
Come ciliegina sulla torta, infine, lo Stato mise in vendita i beni rapinati. E i Siciliani dovettero così, ancora una volta, pagare allo Stato italiano le ricchezze che questo, via via, sottraeva alla Sicilia. Il ricavato di tale vendite, ovviamente, finivano nelle casse di Torino e veniva poi investito nel Nord Italia.
Un ultimo particolare da non sottovalutare è che i terreni sottratti alla Chiesa, così come quelli provenienti dalle liquidazioni di usi civici, non andavano ai contadini rimasti senza lavoro ma a speculatori o, nella migliore delle ipotesi, ad agricoltori già abbastanza ricchi.
Mentre i terreni del demanio di uso civile andavano, e in quota doppia, ai garibaldini (o ai sedicenti tali) senza concorso e senza che a quest’ultimi si chiedesse se fossero o no lavoratori della terra. Insomma, un’altra truffa a vantaggio degli unitari e a danno del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana.
|
|
Articolo inserito
sabato 23 agosto 2014
alle
20.44
|
I
commenti a quest'articolo (12) |
24/08/2014 10:42:38
-
giulio |
E' tempo di dire basta,e chiedere i danni e i risarcimenti di tutto quello checi e' stato fatto dall'invasori piemontesi al popolo Meridionali. |
27/09/2014 20:30:17
-
Angelo |
Garibaldi e i garibaldini furono i carnefici della gente del Sud. Ma gli italiani li hanno fatti eroi. Eroi di che? |
25/08/2015 08:08:49
-
oliviero corsini di san michele |
http://LaFrecciaNera.skyrock.com/2836191224-LA-FALSA-STORIA-DELL-UNITA-D-ITALIA.html |
22/10/2015 17:35:01
-
Citta' Metropolitana CT |
Diventarono "GARIBALDINI", aderendo volontariamente, migliaia di "PICCIOTTI SICILIANI"....qualcosa non quadra, rivedete la vostre fonti! |
21/07/2016 22:12:08
-
Roberto Michele Mazzilli |
Io non so se le cose qui dette siano vere o meno, sicuramente mi sembrano molto di parte.
Questo modo di fare serve solo ad aggiungersi all'invasione straniera ed a sgretolare maggiormente lo stato.
Cui prodest ?? |
22/07/2016 06:02:44
-
pino |
Certamente con la scusa dell'unità d'Italia i Savoia con Garibaldi sottomisero il fiero popolo Siciliano,già allora sottomesso da altri poteri <.....altrimenti non si spiegherebbe l'adesione della popolazione Siciliana alle camicie rosse di Garibaldi...poi purtroppo gli eccessi provocarono le disuguaglianze che ancora permangono per certe zone della Sicilia che il fiero popolo Siciliano non ha saputo,con la necessaria fermezza,risolvere !!!!! |
22/07/2016 13:23:50
-
Giuseppe73 |
Le leggi Siccardi del 1866 sono un dato di fatto. I beni della Chiesa in Sicilia furono effettivamente e furtivamente acquisiti dal nuovo Stato unitario italiano e i legittimi proprietari (ordini religiosi) sfrattati. Ecco perché in tutti i comuni siciliani la maggior parte degli edifici pubblici (municipi, scuole, caserme, ecc.) sono ricavati in ex monasteri. Furono poi anche aboliti gli usi civici di cui potevano godere i più poveri (pascolo, legna). Insomma, un disastro. Alcuni giovani siciliani aderirono alla "rivoluzione" perché speravano di migliorare la loro condizione di contadini al soldo dei baroni al grido di "libertà", finendo invece dalla padella nella brace! Poi è un falso storico, costruito ad arte per giustificare la "liberazione" piemontese, quello delle molte dominazioni in Sicilia. Il Regno di Sicilia dal 1130 al 1816, e poi fino al 1861 Regno delle Due Sicilie, fu sempre uno Stato sovrano e indipendente con un suo Parlamento. Il fatto che il capo dello Stato fosse spesso il re di un casato straniero non riveste molta importanza, la Sicilia è sempre rimasta Sicilia. |
22/07/2016 18:02:47
-
annunziata gennaro |
vorrei dire solo qualche pesiero inerente ai garibaldini sicilia, bisogna leggere e comprendere perchè aderirono, gia un anno prima mandarono persone a politicizzare ed annebbiare la mente delle persone con la falsa storia della terra di fare una riforma e dare le terre ai contadini tanto che i proprietari terrieri come anche le terre che erano state regalate all'ammiraglio nelson, intervenne a cambiare le carte in tavola l'inglitterra e tradirono le promesse fatte ai contadini siciliano come è stato continuato a fare per oltre 155 anni. |
23/07/2016 20:15:41
-
peppino corsico |
Dobbiamo fare riscrivere la storia, non si può continuare ad osannare un vigliacco come Garibaldi e i suoi accoliti amici, i quali sono venuti in Siclia solo per derubarci.
Incoraggiamo i Sindaci delle città del regno delle due Sicilie a cancellare le vie e le piazze intestate da Garibaldi a tutta la distania dei savoia. |
28/08/2016 11:29:27
-
elio rotundo |
certamente e' un paese di ammalati cronici,non una nazione dove ognuno presenta le sue ragioni ,e non quelle degli altri via via e' diventato un territorio di criminali senza possibilita di redimerci. |
30/08/2016 11:35:33
-
Giovanni Greco |
Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba … e fu finanziato dai massoni inglesi per invadere il Regno delle due Sicilie, e permettere ai Savoia di appropriarsi e depauperare i beni dell’intero Regno; ma anche per impadronirsi dei collegamenti della Valigia delle Indie : il commercio fra Londra e le Indie Bombay tramite l’ORIENT EXPRESS l’insieme di vari mezzi : ferry boat, treni a vapore, mongolfiere, carrozze a cavalli … che negli anni 1870 circa appunto mettevano in collegamento le due nazioni e che passavano anche da Brindisi. Ormai era in progetto il canale di Suez e la potenza navale borbonica nel mediterraneo osteggiava le mire inglesi. http://belsalento.altervista.org/da-garibaldi-ai-massoni-agli-inglesi-ai-savoia-viaggio-dal-1861-alla-mafia-di-oggi/ |
13/09/2016 11:15:32
-
andrea |
come sempre la guerra la raccontano i VINCITORI,a modo loro.... grazie SAVOIA |
|
|
|